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Un glossario dei termini più frequenti

Acido nucleico. Acido presente nelle cellule animali e vegetali costituito da polimeri lineari di quattro differenti unità dette nucleotidi. Esistono due forme di acido nucleico: DNA (acido deossiribonucleico) che contiene tutte le informazioni ereditarie della cellula; RNA (acido ribonucleico), di cui esistono tre tipi aventi funzioni diverse.

Alleli. Forme differenti dello stesso gene. Alleli diversi determinano variazioni dei caratteri ereditari, per esempio del colore degli occhi e del gruppo sanguigno.

Allele dominante. Un gene che è espresso indipendentemente dal fatto che il corrispettivo allele sull’altro cromosoma sia dominante o recessivo. Le malattie ereditarie dominanti autosomiche sono determinate da un singolo allele dominante mutato, anche se il suo corrispondente allele è normale.

Allele recessivo. Un gene che è espresso solo allorché è recessivo, cioè non dominante, anche l’altro allele sul cromosoma corrispondente. Per esempio, le malattie ereditarie recessive autosomiche si sviluppano solo in persone che hanno ereditato due copie del gene mutato, una da ognuno dei genitori che erano portatori.

Amino acido. Molecola che, combinandosi con altre delle 20 esistenti, forma le proteine.

Anemia. Diminuzione della concentrazione di emoglobina nel sangue.

Angiogenesi. Formazione di vasi ematici. L’angiogenesi tumorale è costituita dalla formazione di nuovi vasi (neoangiogenesi), dal tessuto circostante all’interno del tumore, indotta da sostanze chimiche rilasciate dalle cellule neoplastiche.

Antiestrogeno. Sostanza che blocca gli effetti degli estrogeni sui tumori (per es., tamoxifene).

Apoptosi. Morte cellulare programmata.

Autosoma. Cromosoma non appartenente ai cromosomi sessuali. Le cellule umane hanno 22
paia di autosomi.

Base chimica. Molecola essenziale per formare il DNA. Il DNA contiene 4 basi complementari:
adenina che fa coppia con la timina e citosina che fa coppia con la guanina. Nell’RNA, la timina
è sostituita dall’uracile.

Carcinogeno. Qualsiasi sostanza in grado di causare il cancro.

Cellule germinali. Cellule riproduttive dell’organismo, ovulo e spermatozoo.

Cellule LAK. Cellule derivate da colture di linfociti in presenza di interleuchina-2. Sono in grado di lisare vari tipi di cellule neoplastiche, comprese quelle insensibili all’attività citotossica mediata dalle cellule NK.

Cellule Natural Killer (NK). Grandi linfociti granulari dotati di attività citotossica.

Cellule somatiche. Tutte le cellule del corpo eccetto quelle riproduttive.

Chemioprevenzione. Interruzione del processo di cancerogenesi mediante composti chimici o sostanze presenti nella dieta.

Chemioterapia adiuvante. Rappresenta l’uso della chemioterapia dopo che il tumore primitivo è stato completamente resecato. Essa, pertanto, è eseguita in pazienti senza evidenza clinica di malattia.

Chemioterapia neoadiuvante. Vedi chemioterapia primaria.

Chemioterapia primaria. Detta anche neoadiuvante, è la chemioterapia che viene somministrata
prima dell’intervento chirurgico.

Ciclo cellulare. Processo biologico di base attraverso cui si determina un aumento numerico delle cellule. Il ciclo cellulare è suddiviso in quattro fasi distinte; le prime tre (G1, S, G2) preparano la cellula ad entrare nella quarta fase, mitosi o fase M, che comporta la divisione della cellula in due cellule figlie. Allorché la cellula non si trova nel ciclo, è in fase G0, cioè in fase di riposo o di quiescenza.

Citogenetica. Branca della genetica che si occupa dello studio dei cromosomi. La citogenetica clinica riguarda lo studio delle correlazioni tra alterazioni cromosomiche e condizioni patologiche.

Citoplasma. La sostanza cellulare al di fuori del nucleo in cui sono sospese le varie strutture della cellula.

Citostatico. Agente in grado di arrestare la crescita e la moltiplicazione cellulare.

Citotossico. Agente dotato di citotossicità, cioè di tossicità per le cellule.

Clone. Un gruppo di geni, cellule o organismi identici derivati da un singolo progenitore.

Criptorchidismo. Difetto di sviluppo caratterizzato dalla mancata discesa dei testicoli nello scroto.

Cromosomi. Strutture presenti nel nucleo di una cellula contenenti i geni. I cromosomi si riscontrano in coppie. Una cellula umana normale contiene 46 cromosomi, 22 paia di autonomi e due cromosomi sessuali.

Cromosoma X. Cromosoma sessuale. Le femmine normali contengono due cromosomi X.

Cromosoma Y. Cromosoma sessuale. I maschi normali contengono un cromosoma Y ed uno X.

Displasia. Alterazione delle dimensioni, della forma e dell’organizzazione di cellule adulte.

DNA. Vedi acido nucleico.

Ematopoiesi. Vedi emopoiesi.

Emoglobina. Proteina presente nei globuli rossi, deputata al trasporto dell’ossigeno.

Emopoiesi. Formazione e sviluppo delle cellule del sangue.

Enzima. Una proteina che facilita una specifica reazione chimica.

Epitelio. Lo strato di cellule che riveste le superfici interne ed esterne del corpo (per es., epitelio cutaneo, epitelio intestinale, epitelio dei dotti mammari).

Esone. Sequenza codificante di un gene, cioè sequenza del gene che viene espressa.

Espressione del gene. Processo attraverso il quale l’informazione codificata in un gene viene trasferita nelle strutture presenti e operanti nella cellula (RNA o proteine).

Fattore predittivo. Variabile utilizzata per cercare di prevedere la risposta alla terapia.

Fattore prognostico. Variabile utilizzata per avere indicazioni sul probabile decorso di una malattia.

Fattori di crescita. Sostanze che regolano la crescita e la differenziazione delle cellule attraverso l’attivazione di recettori specifici localizzati sulla membrana cellulare. Esempi sono: G-CSF (granulocyte-colony stimulating factor); EGF (epidermal growth factor); eritropoietina.

Fattori di trascrizione. La regolazione dell’espressione del gene avviene essenzialmente mediante proteine, dette fattori di trascrizione, che riconoscono sequenze specifiche nel promoter.

Fosforilazione. Processo metabolico attraverso il quale un gruppo fosfato è introdotto in una molecola organica. La fosforilazione rappresenta un meccanismo molecolare fondamentale attraverso il quale viene modificata l’attività di una proteina (per esempio, acquisizione o perdita di attività enzimatica, suscettibilità alla degradazione, capacità di legarsi ad altre molecole) consentendo tra l’altro la trasmissione e la modulazione dei segnali.

Gene. Unità fisica e funzionale deputata al trasferimento dei caratteri ereditari dai genitori ai discendenti. I geni sono segmenti di DNA ed in genere contengono le informazioni per la produzione di una proteina specifica.

Geni oncosoppressori. Geni che normalmente frenano la crescita cellulare ma, allorché inattivati

Genoma. Corredo completo dei geni di un individuo o di una cellula.

Genotipo. Insieme di geni presenti in un individuo. Le caratteristiche fisiche determinate dai geni costituiscono, invece, il fenotipo.

HER2. Gene che produce un tipo di recettore, denominato anch’esso HER2, che stimola la proliferazione cellulare. Le cellule di carcinoma mammario contenenti un numero elevato di recettori tendono a crescere più rapidamente e possono rispondere alla terapia con un anticorpo denominato trastuzumab.

Incidenza. Numero di nuovi casi di una specifica malattia espresso come numero assoluto di casi all’anno o come percentuale di casi per 100.000 persone all’anno.

Inibitori dell’aromatasi. Sostanze che bloccano la produzione di estrogeni inibendo l’enzima aromatasi.

Interferoni. Famiglia di glicoproteine in grado di prevenire la moltiplicazione dei virus nelle cellule.

Interleuchina-2. Proteine prodotta dai linfociti T attivati capace di stimolare la crescita e la moltiplicazione di altri linfociti T indipendentemente dalla presenza dell’antigene.

Introne. Sequenza non codificante di un gene. In genere, gli esoni sono separati da introni.

LAK (cellule). Vedi cellule LAK.

Leucocita. Globulo bianco.
Leucopenia. Diminuzione dei globuli bianchi nel sangue.

Leucoplachia (leucoplasia). Ispessimento delle mucose in forma di placca bianco-grigiastra.

Linfedema. Complicanza non frequente dopo trattamento di un cancro della mammella. Si manifesta con gonfiore dell’arto superiore per ristagno di liquido dopo che i linfonodi ascellari sono stati rimossi o trattati con radioterapia.

Linfocita. Tipo di globulo bianco. Si distinguono due classi principali di linfociti: linfociti B, responsabili della produzione di anticorpi; linfociti T, responsabili della risposta immunitaria mediata da cellule.

Linfonodi. Piccoli organi, a forma di fagiolo, situati dappertutto nel corpo lungo il percorso dei canali o vasi linfatici. Nei linfonodi, detti anche linfoghiandole e ghiandole linfatiche, si trovano cellule speciali (per es., linfociti) che combattono le infezioni ed altre malattie.

Liposomi. Vescicole formate da uno strato di lipidi che racchiude una parte interna acquosa in cui è intrappolato il farmaco. Sono, quindi, sistemi di trasporto di farmaci.

Lisozima. Enzima, contenuto nella saliva e in vari tessuti, importante per la difesa antibatterica poiché in grado di agire sulla parete di vari batteri determinandone la lisi.

Macrofagi. Cellule in grado di uccidere in maniera aspecifica le cellule tumorali.

Membrana basale. Sottile strato di materiale extracellulare amorfo sul quale poggiamo le superfici
basali delle cellule epiteliali.

Mesénchima. Il tessuto embrionale che dà origine ai tessuti connettivi del corpo ed anche ai vasi ematici e linfatici.

Meta-analisi. Metodologia statistica che mira a sommare i risultati di vari studi che hanno cercato
di rispondere al medesimo quesito clinico.

Mortalità. Numero di decessi all’anno o percentuale di decessi per 100.000 persone all’anno.

Mutazione. Alterazione del numero, dell’aggregazione o della sequenza molecolare di un gene.

Mutazione ereditaria. Alterazione nei geni delle cellule riproduttive (ovulo o spermatozoo) che viene incorporata nel DNA di tutte le cellule del corpo.

Mutazione germinale. Vedi mutazione ereditaria.

Neutrofilo (granulocita neutrofilo). Tipo di globulo bianco responsabile della risposta cellulare
iniziale a processi infiammatori acuti.

NK (cellule). Vedi cellule Natural Killer.

Nucleotide. Subunità del DNA e RNA costituita da una base chimica più una molecola di fosfato ed una molecola di zucchero.

Oncogéni. Geni normalmente coinvolti nella crescita delle cellule ma, allorché iperespressi o mutati, in grado di stimolare la crescita neoplastica.

Parénchima. Gli elementi esenziali di un organo, cioè gli elementi funzionali distinti dal tessuto di supporto o stroma.

Penetranza. Indica la probabilità di un dato gene di determinare di fatto una malattia.

Piastrinopenia. Diminuzione delle piastrine nel sangue.

Placebo. Ogni forma di trattamento medico fittizio.

Portatore (carrier). Persona che ha un gene mutato recessivo insieme all’allele normale. I portatori
in genere non sviluppano la malattia, ma possono trasferire il gene mutato ai loro figli.

Prevalenza. Numero di persone viventi in un determinato istante con la malattia di interesse. Nel caso del cancro si fa spesso riferimento al numero di persone ancora vive fino a 5 anni dalla diagnosi.

Prevenzione primaria. Eliminazione o riduzione dell’esposizione a sostanze cancerogene note.

Prevenzione secondaria. Diagnosi precoce di lesioni preneoplastiche o preinvasive. Spesso è anche inclusa la diagnosi precoce di lesioni invasive iniziali.

Prevenzione terziaria. Riduzione della morbilità di una neoplasia in atto (prevenzione delle ricadute della malattia e dell’insorgenza di secondi tumori).

Programma di screening. Intervento pianificato di prevenzione all’interno del quale, seguendo un dettagliato protocollo comportamentale, viene identificata la popolazione bersaglio della quale viene promossa e monitorata la partecipazione al programma (=compliance), viene garantita la somministrazione del/i test diagnostico/i in condizioni ottimali di efficienza, accuratezza e sicurezza per i partecipanti, e viene assicurato e controllato l’espletamento di tutto l’iter diagnostico ed eventualmente terapeutico nei soggetti positivi al/i test di screening.

Promoter. Regione regolatoria del gene. Schematicamente, in ogni gene esistono due importanti unità funzionali: la regione regolatoria e la regione codificante.

Proteina. Molecola di grandi dimensioni costituita da aminoacidi. La sequenza degli aminoacidi, e quindi la funzione della proteina, è determinata dalla sequenza delle coppie di basi nel gene che la codifica. Le proteine svolgono un ruolo essenziale nella struttura, funzione e regolazione del corpo. Esempi di proteine sono enzimi, ormoni e anticorpi.

Proteinchinasi. Enzimi che determinano la fosforilazione (cioè, l’aggiunta di un gruppo fosfato) di altre proteine. Esistono vari tipi di proteinchinasi; le più importanti in oncologia sono le tirosinchinasi.

Recettore. In termini generali, è una molecola legata alla membrana o inclusa nella membrana che, con elevata specificità, si lega o risponde ad un’altra molecola mobile, detta ligando.

Rischio relativo (RR). Rappresenta il rapporto tra l’incidenza di una malattia nei soggetti esposti
al fattore di rischio considerato e l’incidenza della stessa malattia nei soggetti non esposti al fattore di rischio. RR è pari a 1 se il fattore non ha influenza nello sviluppo della malattia. Risulta, invece, tanto più alto quanto maggiore è l’influenza dell’esposizione al fattore di rischio nel determinare la malattia. Se il valore di RR è inferiore ad 1, il fattore considerato ha un’azione protettiva nei confronti dell’insorgenza della malattia.

RNA. Acido nucleico simile al DNA dal quale differisce perché è una molecola a catena singola
(non a doppia elica), contiene uracile al posto della timina e lo zucchero ribosio al posto del deossiribosio. Esistono tre tipi di RNA con differenti funzioni: rRNA (RNA ribosomiale), fa parte dei poliribosomi che sono strutture dove vengono sintetizzate le proteine; tRNA (RNA transfer), importante per il trasferimento dell’informazione genetica nelle proteine; mRNA (RNA messaggero), rappresenta la connessione essenziale tra l’informazione contenuta nel gene e la sequenza di aminoacidi di una proteina.

Screening. Applicazione sistematica di un test tra persone che non hanno richiesto prestazioni mediche a causa di sintomi legati ad una specifica malattia. Lo scopo è quello di identificare quei soggetti che hanno un rischio di avere quella specifica malattia per dare loro i benefici di ulteriori valutazioni e cure più adeguate. (N.B. Sono due gli elementi cruciali di questa definizione:
a) lo screening non è un atto diagnostico, ma la selezione di individui che sono a rischio di malattia e necessitano di approfondimenti diagnostici: b) lo screening è diretto ad individui che non si sono rivolti spontaneamente al medico in presenza di sintomi).

Segno. Ogni evidenza oggettiva di una malattia, cioè l’evidenza quale è percepibile dal medico che esamina il paziente, in contrapposizione alla sensazione soggettiva (sintomi) del paziente.

Sequenziamento del DNA. Processo attraverso cui si determina l’ordine esatto delle quattro basi lungo un dato frammento di DNA. Esso, pertanto, consente di leggere il messaggio contenuto nel DNA.

SERD (selective estrogen receptor down-regulators). Farmaci che interagiscono col recettore per gli estrogeni, impedendone la dimerizzazione ed accelerandone la degradazione. A differenza dei SERM che hanno azione agonista/antagonista, i SERD sopprimono completamente l’azione degli estrogeni e sono, pertanto, considerati antiestrogeni puri.

SERM (selective estrogen receptor modulators). Farmaci che interagiscono col recettore per gli estrogeni modulandone l’attività. La loro azione è mista agonista/antagonista ed è diversa a seconda del tessuto su cui agiscono.

Sindrome. Un gruppo di sintomi che si verificano insieme; la somma dei segni di qualsiasi stato morboso.

Sintomo. Ogni evidenza soggettiva di malattia, cioè l’evidenza quale è percepita dal paziente.

Sistema linfatico. Insieme dei tessuti e degli organi che producono, conservano e trasportano i globuli bianchi deputati a combattere le infezioni ed altre malattie. Fanno parte del sistema linfatico: midollo osseo, milza, timo, linfonodi e vasi linfatici.

Stroma. Tessuto di supporto e matrice di un organo, distinto dalla parte funzionale denominata parénchima.

Tassi grezzi e standardizzati. Il numero assoluto dei casi di un evento che si verifica in una popolazione è detto tasso grezzo. Se l’evento, come è il caso dei tumori, è strettamente correlato all’età (per es., l’incidenza e la mortalità di molti tumori aumentano notevolmente con l’età), il tasso grezzo non consente confronti tra aree geografiche diverse, le cui popolazioni hanno una struttura diversa per l’età (cioè, popolazioni diversamente “vecchie” tra di loro), né tra periodi diversi in una singola popolazione poiché, col tempo, è cambiata la sua composizione per età.
Per evitare questo inconveniente, si ricorre alla standardizzazione che consente di riferire i tassi specifici per età della popolazione in esame ad una popolazione di riferimento standard, in genere la cosiddetta popolazione standard mondiale, che è una popolazione teorica. Questi tassi standardizzati per età permettono di fare un confronto corretto nel tempo e nello spazio di un determinato evento poiché confrontano popolazioni come se avessero esattamente la stessa struttura per età.

Tessuto connettivo. Il tessuto che tiene unite e rappresenta il supporto delle varie strutture del corpo (per es., collageno, grasso, cartilagine).

TIL. Linfociti che infiltrano i tumori solidi e possono essere indotti a moltiplicarsi sotto l’influenza dell’interleuchina-2.

Tirosinchinasi. Enzimi (chinasi) che fosforilano (cioè, aggiungono un gruppo fosfato) le proteine in corrispondenza dell’aminoacido tirosina. Essi hanno un ruolo importante nella trasmissione dei segnali all’interno della cellula e possono essere suddivisi in due gruppi: tirosinchinasi recettoriali, situate a livello della membrana, e tirosinchinasi citoplasmatiche, che sono solubili e non hanno funzioni di recettori.

Traduzione. Processo attraverso il quale le istruzioni contenute nell’mRNA vengono trasferite, base per base, in catene di aminoacidi che poi si ripiegano per formare proteine. Tale processo, detto anche traslazione, si verifica nel citoplasma su strutture denominate poliribosomi.

Trascrizione. Processo attraverso il quale l’informazione contenuta nel DNA viene copiata in una molecola di mRNA (RNA messaggero). L’mRNA trasporta questa informazione al citoplasma dove è utilizzata come stampo per formare una proteina specifica.

Traslazione. Vedi traduzione.

Traslocazione. Alterazione strutturale cromosomica in cui un segmento di un cromosoma è trasferito ad un altro cromosoma non omologo.

Tumore familiare. Tumore, o predisposizione verso i tumori, presente in famiglie.

Vasi linfatici. Insieme di tubi sottili che trasportano la linfa e i globuli bianchi. Come i vasi sanguigni, costituiscono una rete in tutti i tessuti del corpo.




 
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