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Malattia e Prevenzione: Cos´è il Cancro
   
Cos´è il Cancro
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  Cos´è il Cancro

Tratto dal libro del Prof. Massimo Lopez “Cancro. Conoscerlo per imparare a sconfiggerlo” Società Editrice Universo, Roma 2003 – 2007.

Il termine cancro si riferisce ad un gruppo numeroso di malattie caratterizzate dalla proliferazione incontrollata di cellule che hanno la capacità di invadere localmente i tessuti e di diffondersi dappertutto nel corpo, dando origine a metastasi in sedi distanti.

Per indicare tali malattie, Ippocrate, il padre della medicina, usò la parola greca karkìnos, che significa granchio, forse perché alcuni cancri della mammella da lui osservati avevano un aspetto simile al granchio per le numerose propaggini infiltranti i tessuti circostanti, simili alle chele del crostaceo.
Fu, poi, Aulo Cornelio Celso che tradusse la parola karkìnos nel latino cancer (granchio) e introdusse il termine carcinoma derivante dal greco karkinòma.
Vari altri termini hanno una derivazione greca.

  • Neoplasia (néos = nuovo; plàsis = formazione) sta a significare qualsiasi “nuova formazione” o proliferazione di cellule.
  • Oncologia (ònkos = massa, gonfiore, tumore; lógos = discorso) che letteralmente è lo “studio delle masse”, indica quella branca della medicina che si occupa dello studio, della diagnosi e della terapia dei tumori.
  • La parola tumore (dal latino tumére = essere gonfio, gonfiarsi) letteralmente significa “gonfiore”, ma oggi si riferisce quasi sempre alle proliferazioni neoplastiche. Un tumore o una neoplasia possono essere benigni o maligni.
  • Invece, la parola cancro si riferisce sempre ad una malattia di natura maligna.

In genere, tuttavia, i termini cancro, neoplasia, tumore e malattia maligna sono usati come sinonimi, sottintendendo il concetto di malignità anche per le parole tumore e neoplasia. Quando si vuole specificare la natura benigna della proliferazione, si aggiunge l’aggettivo “benigno”.
I tumori benigni hanno anch’essi la capacità di proliferare, raggiungendo talora notevoli dimensioni, ma, al contrario di quelli maligni, non si diffondono in altre parti del corpo.
Se asportati chirurgicamente, essi generalmente non recidivano.
Alcuni ritengono che il termine “cancro” non dovrebbe essere usato perché non di rado è associato all’idea di sofferenza e di morte. In realtà, non è più così. Il dolore non è una componente costante
della malattia e, allorché presente, può essere oggi controllato nella quasi totalità dei casi.
Inoltre, i progressi terapeutici registrati negli ultimi decenni consentono di guarire i tumori in più del 50% dei pazienti, una percentuale superiore a quella ottenibile per altre malattie croniche non neoplastiche. Infine, grazie alla diffusione dei mezzi di comunicazione, anche la gente comune ha acquisito maggiore familiarità con la terminologia usata in oncologia, privandola correttamente di quel significato nefasto un tempo ad essa connesso.

Il cancro può originare in qualsiasi parte del corpo.
Nella maggior parte dei casi si tratta di carcinomi, cioè di tumori di natura epiteliale derivati dalle cellule che ricoprono le superfici esterne ed interne del corpo.
Esempi tipici sono rappresentati dai tumori del polmone, della mammella e del colon-retto, che sono tra i tumori più frequenti in Italia.
Più raramente, i tumori derivano da cellule di natura mesenchimale (per esempio, tessuto connettivo, muscoli, grasso, cartilagine, osso) e sono detti sarcomi. Spesso, i tumori di natura epiteliale e mesenchimale sono complessivamente denominati tumori solidi.
I linfomi sono tumori che originano nei linfonodi e nei tessuti che costituiscono il sistema immunitario.
Le leucemie, invece, sono neoplasie delle cellule immature del sangue che proliferano nel midollo osseo e tendono ad accumularsi in gran numero nel sangue periferico, potendo anche invadere i vari organi del corpo.
I vari tipi di carcinomi, sarcomi, linfomi e leucemie sono generalmente distinti ricorrendo all’uso di prefissi che indicano il nome del tipo cellulare interessato. Così, il prefisso “lipo” significa grasso ed un tumore maligno originato dal tessuto adiposo è detto liposarcoma, mentre se è benigno è denominato lipoma. Similmente, un adenocarcinoma è un tumore che origina da cellule ghiandolari poiché “adeno” significa ghiandola.

Allorché un cancro si diffonde, cioè metastatizza, le cellule tumorali possono ritrovarsi nei linfonodi (o linfoghiandole o ghiandole linfatiche) regionali, dove sono pervenute attraverso la linfa che scorre nei dotti linfatici.
La presenza di metastasi linfonodali indica che il tumore può avere avuto la possibilità di diffondersi ad altri organi, quali il polmone, il fegato, lo scheletro, il cervello. Allorché un tumore dalla sede primitiva
si diffonde in un’altra parte del corpo, la nuova massa di tessuto prodotta è costituita dalle stesse cellule del tumore primitivo, di cui quindi prende anche il nome. Così, se un cancro della mammella dà metastasi al fegato, le cellule neoplastiche nel fegato sono di fatto cellule neoplastiche mammarie. La malattia sarà, pertanto, denominata cancro della mammella metastatico e non cancro del fegato.”

 

Si ringrazia il Prof. Lopez,
Direttore Divisione di Oncologia Medica B,
Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma
per la gentile concessione dei contenuti.




 
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